PERIODO PRE-VERISTA
Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840. Compì i primi studi presso maestri privati, in particolare il letterato patriota Antonino Abate, da cui assorbì il fervente patriottismo e il gusto letterario romantico che furono i dati fondamentali della sua formazione, come testimonia il primo romanzo “Amore e patria” rimasto inedito.
Si dedicò al lavoro letterario e al giornalismo politico e nel 1861-62 pubblicò un secondo romanzo “I carbonari della montagna”. La sua fisionomia di scrittore si discosta dalla tradizione di scrittori letteratissimi e di profonda cultura umanistica: i testi su cui si forma il suo gusto in questi anni sono gli scrittori francesi moderni di vasta popolarità. Sono le loro letture d’intrigo o sentimentali e i romanzi storici italiani che lasciano un’impronta sensibile sui primi romanzi di Verga.
Nel 1865 si reca a Firenze consapevole del fatto che per diventare scrittore autentico doveva liberarsi dai limiti della sua cultura provinciale e venire a contatto con la vera società letteraria italiana. Nel 1866 pubblica il romanzo “Una peccatrice” e mentre si trova a Firenze termina anche “Storia di una capinera” (1871), romanzo sentimentale e lacrimevole, storia di un amore impossibile e di una monacazione forzata.
Nel 1872 si trasferisce a Milano dove entra in contatto con gli ambienti della Scapigliatura e finisce il romanzo “Eva” in cui protesta per la condizione dell’intellettuale, emarginato e declassato nella società borghese dominata dal principio del profitto.
A questo romanzo polemico seguono romanzi d’analisi di passioni mondane: “Eros” e “Tigre reale” riconosciuti dalla critica come esempi di “realismo”, di analisi di piaghe psicologiche reali.
Si dedicò al lavoro letterario e al giornalismo politico e nel 1861-62 pubblicò un secondo romanzo “I carbonari della montagna”. La sua fisionomia di scrittore si discosta dalla tradizione di scrittori letteratissimi e di profonda cultura umanistica: i testi su cui si forma il suo gusto in questi anni sono gli scrittori francesi moderni di vasta popolarità. Sono le loro letture d’intrigo o sentimentali e i romanzi storici italiani che lasciano un’impronta sensibile sui primi romanzi di Verga.
Nel 1865 si reca a Firenze consapevole del fatto che per diventare scrittore autentico doveva liberarsi dai limiti della sua cultura provinciale e venire a contatto con la vera società letteraria italiana. Nel 1866 pubblica il romanzo “Una peccatrice” e mentre si trova a Firenze termina anche “Storia di una capinera” (1871), romanzo sentimentale e lacrimevole, storia di un amore impossibile e di una monacazione forzata.
Nel 1872 si trasferisce a Milano dove entra in contatto con gli ambienti della Scapigliatura e finisce il romanzo “Eva” in cui protesta per la condizione dell’intellettuale, emarginato e declassato nella società borghese dominata dal principio del profitto.
A questo romanzo polemico seguono romanzi d’analisi di passioni mondane: “Eros” e “Tigre reale” riconosciuti dalla critica come esempi di “realismo”, di analisi di piaghe psicologiche reali.